Avrete sentuto, suppongo, lo nome di Groppone da Ficulle. [...]
Groppone da Ficulle fue lo più grande capitan di Tuscia.
E io son colui che con un sol colpo d'ascia lo tagliò in due.
Lo mio nome – stare attenti! – lo mio nome est Brancaleone da Norcia!
E' con queste frasi che Brancaleone da Norcia si presenta in una delle più celebri scene del capolavoro del cinema italiano "L'Armata Brancaleone", legando indissolubilmente il suo nome a quello del nostro borgo. Diretto da Mario Monicelli nel 1966 e magistralmente interpretato da Vittorio Gassman, nel territorio che va dalle crete senesi della Val d'Orcia alla Tuscia viterbese (senza tuttavia fermarsi a Ficulle, o Figulle che dir si voglia), il film racconta in maniera finemente intelligente ed estremamente spassosa le avventure del cavaliere medievale Brancaleone da Norcia, unico e spiantato rampollo di una nobile famiglia decaduta, dotato di eloquenza e animato da sane virtù e cavallereschi princìpi, insieme a una bizzarra armata con la quale intraprende la sua rocambolesca e memorabile spedizione lungo la penisola in direzione del feudo di Aurocastro in Puglia. Un film che è stato definito atemporale per la sua eterna modernità, e che ancora oggi, dopo oltre 50 anni dalla sua prima uscita non smette di affascinare e sorprendere.
Tutti i luoghi citati nel film sono assolutamente fittizi, come pure i personaggi storici, tra cui lo stesso Groppone da Figulle.
Resta tuttavia il piacere di immaginarne le avventure del mitico Brancaleone da Norcia e di Groppone da Figulle, almeno finché il primo non lo tagliò in due, mentre la bizzarra armata si mette in marcia al suono di "Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon".