Ficulle è un borgo tra i borghi.
Tutto intorno ce ne sono tantissimi. Piccoli, piccolissimi, talvolta minuscoli, ma tutti con qualche elemento caratteristico, artistico, culturale, agricolo o artigianale, da esaltare e che merita di essere valorizzato e apprezzato. In questa pagina forniamo una panoramica dei borghi più vicini a Ficulle. Decisamente ricco il carnet dei loro riconoscimenti, che includendo anche Ficulle nel quadro, vede due borghi che vantano il riconoscimento cittaslow, tre borghi che sono parte della Riserva mondiale della biodiversità MAB UNESCO, due che rientrano nel circuito dei borghi più belli d'Italia e un riconoscimento come luogo del cuore FAI.
Il centro storico di Fabro, di origine medievale, costituì una importante roccaforte al tempo dello Stato Pontificio il cui castello con la sua imponente struttura si presenta oggi con un torrione circolare, circondato dalle mura e dai camminamenti di guardia. Nella piazza principale del centro storico si trova la chiesa parrocchiale di San Martino, edificio Neoclassico del XIX secolo, opera dell’architetto Giovanni Caproni: all’interno è custodito un bassorilievo ligneo del 1930, scolpito in Val Gardena, raffigurante il patrono San Martino, vescovo di Tours. Nella frazione di Carnaiola, piccolo borgo sorto intorno all’anno Mille a guardia del passo denominato “Ponte di Muro Grosso” ,è possibile ammirare il castello del XVI secolo caratterizzato da quattro torrioni angolari e da possenti mura di cinta e la chiesa dei santi Severo e Salvatore del XVI secolo. Nel 1264 nacque a Carnaiola la beata Vanna (morta nel 1306), una terziaria domenicana ora patrona italiana delle sarte, delle ricamatrici e delle lavoranti dell'ago.
Allerona rientra nel circuito dei borghi più belli d'Italia. Nel suo centro storico rimangono visibili i resti delle antiche mura, le due porte di accesso denominate Porta del Sole e Porta della Luna e l’assetto urbanistico di stampo medievale. All’interno dell’abitato, sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in stile neogotico, che custodisce al suo interno gli affreschi del pittore senese Arturo Viligiardi Caratteristici sono il pulpito, la fonte battesimale e la cantoria adornati con terrecotte artistiche. Nel territorio circostante, la zona di Villalba e Selva di Meana è ricca di sentieri naturalistici mentre nella campagne attorno al borgo, opportunamente accompagnati da guide locali, si possono inoltre vedere resti di un acquedotto romano, i resti delle antiche strade Traiana Nuova e Cassia Antica, e i resti di un fortilizio detto dell’Armata. Decisamente interessante la visita alla splendida Villa Cahen.
Parrano rientra nel circuito Cittaslow insieme a Ficulle, è un paese estremamente caratteristico, che conserva ancora oggi integra la sua struttura medievale con le mura di cinta e le due porte di accesso al centro storico. Il Castello di Parrano si presenta come un edificio a cinque piani delimitato da due torri a pianta quadrata, culminanti con merlature. Sempre all’interno del borgo sorge la chiesa dell’Assunta, del secolo XI. Nei comune di Parrano si trova il parco termale e le omonime grotte denominate “Tane del Diavolo”, scavate dall’acqua, importanti sia per la loro bellezza naturalistica, sia per il valore archeologico in quanto vi sono stati ritrovati numerosi manufatti risalenti al Paleolitico Superiore e all’ Età del Bronzo. Il territorio di Parrano è incluso, insieme a quello di Ficulle, nella riserva mondiale della biosfera MAB UNESCO Monte Peglia.
Monteleone d'Orvieto rientra nel circuito dei borghi più belli d'Italia. Nel suo centro storico è possibile visitare la chiesa della Collegiata dei SS. Pietro e Paolo che custodisce al suo interno un affresco di scuola umbra raffigurante una Madonna col Bambino con ai lati i S.S. Pietro e Paolo, ed una Pietà della scuola del Perugino. L’adiacente campanile, di stile Barocco, che ospita quattro campane fuse nel 1817, al cui suono sembra sia ispirata la celebre sigla di uno dei primi programmi RAI, ed il pozzo medioevale al centro della piazzetta. La chiesa del Crocifisso (XVII sec.), conserva un pregevole altare Barocco tutto intarsiato in legno del XVII secolo. Particolare monumento è inoltre il Teatro dei Rustici, costruito nel 1732 riadattando un palazzo signorile trasformato in un teatro con una sala a ferro di cavallo con due ordini di palchi come in un teatro all'italiana. È uno dei più piccoli teatri al mondo. Prende il nome dall'Accademia Filodrammatica dei Rustici, di cui era sede. Molto caratteristico e affascinante il Corteo Storico che si tiene il 16 Agosto.
Montegabbione sorse intorno al Mille come borgo fortificato. Nello profilo del paese spicca la grande Torre che risale probabilmente al XV secolo. Da visitare nel centro storico la chiesa parrocchiale di Maria SS Assunta in Cielo, in stile bizantino, ornata di stucchi e di lavori in terracotta. Poco fuori dal centro storico si trova la chiesa di Maria SS. delle Grazie, in stile rinascimentale. Edificata nel 1625, sopra i resti di una precedente chiesa del XV sec., presenta uno stile barocco e custodisce al suo interno il pregevole dipinto ”La Madonna dell’Arte”. Molto caratteristico il borgo medievale di Castel di Fiori, cinto da mura e dominato dal Castello, sicuramente esistente nel 1350, con la sua Torre medievale che risale ai primi dei 1200. Nella frazione di Montegiove, terra natia della beata Angelina, oltre al Castello Medievale si trova la Scarzuola, celebre sito turistico dalla valenza duplice. Il suo nome deriva da una pianta palustre, la “Scarza”, che San Francesco utilizzò per costruirsi una capanna fermandosi sul posto durante una delle sue peregrinazioni. In quel luogo venne edificata, nel 1282, dal nobile Nerio di Bulgaruccio dei Conti di Montegiove, una chiesa con un piccolo convento francescano. Nell’abside della chiesa, dedicata alla Santissima Annunziata, è un affresco della prima metà del XIII secolo, raffigurante san Francesco in levitazione. Si tratta di una delle prime raffigurazioni del santo, ancora fuori dai canoni dell’iconografia ufficiale. Nel 1956 l’area della Scarzuola fu rilevata da uno dei maggiori architetti italiani del Novecento, il milanese Tommaso Buzzi (1900-1981), che vi volle costruire, nel corso di ventina d’anni una sua città ideale, incentrata su sette teatri e ispirata all’ideale umanistico della composizione armonica di natura e cultura.
Le origini di Castel Viscardo sono antiche, ma meno leggendarie di quanto si riteneva sino a pochi anni fa; da principio era eretto come una fortificazione, un frammento di quel complesso mosaico di castelli, torri e fortezze dello «Stato di Orvieto», edificate in posizioni strategiche in modo da avvistare anticipatamente i pericoli. La sua fondazione e denominazione si deve al cavalier Viscardo Ranieri, membro di una delle famiglie più importanti del distretto di Orvieto; attorno alla sua prima roccaforte si è andato costruendo il paese, in quel momento storico che è denominato «tardo incastellamento umbro». Precedentemente alla fondazione di Castel Viscardo, poco lontano dall'attuale insediamento, esisteva un piccolo villaggio chiamato Selci, instauratosi sulla strada romana «Traiana Nova» che univa le città di Bolsena e Chiusi. Il villaggio di Selci, la cui denominazione deriva dalla grande quantità di pietra di basalto presente nella zona, si era formato sui resti di un precedente insediamento romano, a sua volta costruito in sostituzione di uno etrusco. Di quest’ultimo, in località «Caldane», è stata trovata la necropoli (o almeno una sua parte) con circa quaranta tombe, databile al VI secolo a.C. Da visitare nel centro storico la chiesa parrocchiale della SS.Annunziata, edificio religioso principale di Castel Viscardo, eretta nel 1682 da Orazio Spada, su progetto dell’architetto Giuseppe Brusatti Arcucci, mentre due castelli del IX e XIII secolo sono presenti rispettivamente nelle frazioni di Viceno e Monterubiaglio. Il primo dei due fu uno dei primi castelli dell’orvietano e feudo della potente famiglia dei Monaldeschi. Tra i luoghi da visitare si segnala la pineta del belvedere, recentemente inserita nella lista dei luoghi del cuore del FAI.
Situato sulle pendici del monte Peglia, con i suoi boschi, le sue pinete ed un susseguirsi ininterrotto di vallate e monti, San Venanzo fa parte della riserva mondiale della biosfera MAB Unesco Monte Peglia, insieme a Ficulle e a Parrano. I principali monumenti presenti nel centro storico sono la torre campanaria di quella che era la chiesetta del castello (XIII sec.), adiacente ad una grande vasca d’acqua chiamata “la piscina”, ed una delle torri dalla cui sommità è possibile ammirare un bellissimo panorama. Nel territorio di San Venanzo si trova la fortezza di Collelungo, del XII secolo, con le mura perimetrali ancora intatte, comprese alcune torri di difesa, dominio dei Monaldeschi. A Ripalvella si possono invece ammirare la chiesa parrocchiale di San Silvestro del XIV secolo, alcuni tratti delle mura del castello del XV secolo e una rarissima torre poligonale. La zona di San Venanzo è l’unica zona di origine vulcanica in Umbria. Nel suo territorio sono presenti due coni vulcanici spenti, localizzati nel 1899. Molto interessante la visita al museo e al parco vulcanologico, anche con i bambini.
Castel Giorgio si trova sull'altopiano dell'Alfina, un altopiano vulcanico che comprende i territori dei comuni di Acquapendente, Bolsena, San Lorenzo Nuovo e Proceno nella regione Lazio; Orvieto, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Porano nella regione Umbria. Il borgo si è originariamente sviluppato attorno ad una castello che venne fatto edificare da Giorgio della Rovere, vescovo di Orvieto, nel 1447, con lo scopo di costituire uno dei cardini della difesa del territorio dello Stato Pontificio e come residenza estiva. Da visitare il Palazzo Municipale, costruito nel 1876, che costituì il primo nucleo dell’attuale centro abitato a cui in seguito si affiancarono altri edifici e la chiesa Parrocchiale del XVII secolo. Il Castello di Montalfina, oggi proprietà privata, posto a circa un chilometro da Castel Giorgio, è un imponente edificio quadrangolare, con cinque torri, la cui costruzione iniziò nel VIII sec. per volere del re longobardo Desiderio. Restaurato nel 1883, circondato da un vasto parco, rappresenta, per il buon stato di conservazione, un importante esempio di architettura medioevale.